Which linguistic measures distinguish transient from persistent language problems in Late Talkers from 2 to 4 years? A study on Italian speaking children.

https://doi.org/10.1016/j.ridd.2019.03.005

Lo scopo di questo studio è quello di Identificare le caratteristiche linguistiche precoci di bambini Parlatori Tardivi (PT, o Late Talkers secondo la letteratura anglosassone), alla ricerca di indicatori prognostici dell’evoluzione linguistica successiva,un obiettivo che è di particolare importanza sia sul piano clinico che della ricerca.

La maggior parte degli studi effettuati fino ad ora si sono basati prevalentemente sulla presenza di un ritardo espressivo, rilevato attraverso l’uso di questionari compilati dai genitori.

Questo studio ha alcune caratteristiche di novità rispetto ad altri studi sui bambini parlatori tardivi, ed in particolare:

  1. Valuta sia il linguaggio recettivo che quello espressivo in bambini giunti a consultazione per un ritardo di comparsa del linguaggio utilizzando sia questionari sia strumenti diretti.
  2. Utilizza per la valutazione del linguaggio recettivo una prova creata ad hoc per bambini di lingua italiana, (COVER, Chilosi et al., 2019) che valuta la comprensione frasale in contesto di gioco in una fascia di età molto precoce (16-36 mesi).
  3. Adotta una metodologia longitudinale che è particolarmente utile per studiare i processi di sviluppo.

I risultati dello studio evidenziano che i bambini PT non costituiscono una gruppo omogeneo né dal punto di vista dei profili individuali, né sul piano dell’evoluzione linguistica, individuando 3 diverse traiettorie evolutive: bambini che si riallineano allo sviluppo tipico intorno a 3 anni, bambini con recupero più lento intorno ai 4 anni e bambini che, intorno ai 4 anni, presentano i segni indicativi di un disturbo primario del linguaggio (DPL).

Le misure linguistiche che differenziano questi 3 gruppi cambiano tuttavia con l’età. In età precoce (entro i 28 mesi) la comprensione verbale risulta l’indicatore predittivo più significativo di una evoluzione in DPL, seguita dal grado di ritardo lessicale.

Questi dati suggeriscono l’importanza,in presenza di ritardo di emergenza del linguaggio, di valutare con misure dirette la comprensione linguistica non solo lessicale (vedi Bello et al. 2018), ma anche frasale per indirizzare l’intervento educativo e/o riabilitativo precoce dei bambini con ritardo recettivo- espressivo, in quanto maggiormente a rischio di una evoluzione in DPL.

Tale intervento potrebbe agire come fattore protettivo sui possibili esiti a lungo termine già ampiamente documentati in letteratura, sia sullo sviluppo del linguaggio orale, sia sugli apprendimenti scolastici.